“Paura” a I Solisti del Teatro
Al festival I Solisti del Teatro, alla Filarmonica di Roma ha debuttato in prima assoluta Paura, di e con Annalisa Aglioti, per la regia di Michela Andreozzi, accompagnata da Alessandro Greggia alla tastiera. Monologo in cui la protagonista, vestendo i panni di diversi personaggi femminili, offre una carrellata delle paure più diffuse tra le donne in un “pianeta ancora a misura di maschi.” Perché, se è vero che nel 2023 una donna non deve essere necessariamente moglie e madre, è altrettanto vero che, se non incarna almeno uno dei due ruoli, in maniera sottilissima, quasi velata, cominciano ad incombere su di lei apparentemente innocui giudizi, camuffati da banali domande che, a lungo andare, instillano nel profondo piccole irrequietezze che, a lungo andare, si trasformano in vere e proprie paure, che generano ansia, senso di inadeguatezza, fragilità. Perché, come sottolinea la protagonista: “in fondo, la paura più grande è quella di essere giudicate”.
Un inizio dirompente
Annalisa Aglioti irrompe sul palco con un inizio a mitragliatrice, in cui le parole e le paure si susseguono e si intrecciano veloci, senza pause, tanto da disorientare per un attimo il pubblico. Poi si distende, fa gli onori di casa e comincia lo spettacolo parlando in prima persona ed affrontando subito “la domanda delle domande” generatrice di paure e angosce, specie se a riceverla è una donna che, proprio come lei, ha scelto una vita fuori dagli schemi e libera dalle formalità: “Che fai nella vita?” Come se la professione bastasse a definirci e, soprattutto, in caso di single, come se servisse a giustificare l’aver scelto di non essere moglie o madre. Da qui comincia un viaggio, senza mappa, in quella che l’autrice definisce la nostra “città mentale”, in cui spesso ci muoviamo guidate più che dalle “indicazioni, dalle controindicazioni alla scoperta di paure, blocchi, limiti di velocità e sensi unici” che colpiscono il gentil sesso lungo tutto l’arco della penisola.
Una comicità sottile
Sicuramente, quando gioca in casa, nel dialetto pugliese, la Aglioti raggiunge picchi altissimi, come quando nei panni della ricca ereditiera afferma: “Il bridge è come i preliminari: si passa subito a scopa” ma devo dire che anche con la cadenza romana sortisce effetti esilaranti.
Il tassista e la maternità
Notevolissimo lo sketch in cui risponde al tassista soprannominato PieroAngela/Brignano sui motivi per cui non ha figli e non spetta affatto a lui giudicarla o, tantomeno, intromettersi nella questione.
Gli uomini e la fidanzata ideale
Ancora, ficcante la rassegna di stereotipi femminili, nello specifico di fidanzate, concepita sulla base di desideri pseudo-maschili. Dalla fidanzata a progetto, alla fidanzata salva serata DeLonghi; dalla fidanzata gps (per ritrovare oggetti di svariata natura) alla fidanzata multitasking, in un climax ascendente che culmina nella cinica conclusione che la donna ideale degli uomini è un “elettrodomestico col perizoma.”
Il rapporto con l’attualità
Mi sarei aspettata qualche incursione in più nell’attualità, perché le occasioni non sono mancate. Tra animali domestici, maternità e sussidi, un’allusione al ministro Rocella ci sarebbe stata bene.
Comprendere sì, giustificare no
Infine, per quanto abbia trovato riuscito l’iniziale elogio degli errori, nella misura in cui: “Sbagliare è un’attività che richiede talento.” Per quanto sia d’accordo sul fatto che sia meglio ripetere un errore piuttosto che lasciarsi bloccare dalla paura di commetterlo. E che sia decisamente “meglio un rimorso di un rimpianto”; il finale mi è parso un po’ retorico.
Ovvero, pur condividendo il fatto che esternare le paure aiuti ad esorcizzarle, non penso che siano tutte giustificabili o ammissibili. E riconoscendo l’importanza di essere anche indulgenti con se stessi, penso che sia importante accettare le sfide quotidiane e fare sempre di tutto per migliorarsi.
Cercare la luce fuori dal tunnel piuttosto che arredarlo
Insomma, direi di cercare la luce fuori dal tunnel anziché arredarlo e cercare di viverci bene dentro. Anche perché, sarà pur vero che siamo donne in un pianeta a misura di maschi ma, dovendo viverci, direi che trovo più costruttivo rimboccarsi le maniche ed affrontarlo, piuttosto che arrendersi e rassegnarsi a subirlo.
L.P.
Politeama srl presenta
PAURA
di e con Annalisa Aglioti
Regia Michela Andreozzi
Musica dal vivo Alessandro Greggia – Scenografie Cristiano Cascelli – Costumi Rosella Baciucco – Aiuto regia Claudia Cavallaro