Casa Abis da Instagram al Teatro
Fresco, giovane, veloce.
Uno spettacolo decisamente riuscito quello del duo Casa Abbis al Teatro Parioli di Roma, per la rassegna PARIOLI COMEDY LAB, a cura di Paolo Ruffini.
Gabriele e Stella in te
atro sono davvero bravissimi e tirano fuori tutto il loro talento rivelandosi, ancora più che in video, preparati, spontanei e coinvolgenti, oltre che belli belli e fisicatissimi. I due, infatti, improvvisano con grande maestria, utilizzando gli espedienti del momento e, lungo il corso dello spettacolo, coinvolgono attivamente il pubblico con trovate davvero originali e divertenti.
Lo spettacolo, costruito su cinque macro sketch che, come una matrioska, al loro interno ne contengono molti altri, scorre velocemente, tra battute esilaranti e trovate brillanti. Le parole chiave sono autoironia e complicità che consentono all’affiatato duo comico di spaziare tra diverse tematiche e di sfidarsi all’ultima battuta.
Dall’Eden alla trattoria di quartiere
Eden
Si comincia con uno scenario biblico. Nell’Eden, all’alba tempi, i due improbabili progenitori della specie umana mettono in scena la cacciata dal paradiso terrestre, con un serpente neomelodico napoletano e delle marmotte un po’ porno. La scena si nutre di riuscitissime battute sullo yoga che, chi come me lo pratica assiduamente, può capire ed apprezzare ancora di più; sulle relazioni e su questioni terra terra (che in paradiso fanno ridere ancora di più) come la spesa, il perizoma e il ciclo. Il bello di questa scena è che non è solo una trovata comica a sé stante, ma il suo inserirsi perfettamente come premessa all’intero spettacolo, dal momento che proprio dalla responsabilità di Adamo nella questione del morso della mela, trovano la loro ragion d’essere tutti quei meccanismi comici che caratterizzano il duo.
Inferno domestico
Dal paradiso, all’inferno domestico il salto è breve e, dunque, il secondo sketch è tutto basato su un bizzarro scontro sulle pulizie di casa che mette in luce anche le capacità fisiche dei due attori, con Gabriele in bilico su una sedia e Stella impegnata in elaborate evoluzioni. In particolare, nella tutina rosa della protagonista Stella e nel suo brandire lo scopettone come una katana, la spada giapponese, percepisco un’eco di Kill Bill.
La suocera e il tofu killer
Nella scena dopo, tutto cambia, perché subentra un nuovo spassoso personaggio: la suocera! Il tasso di comicità qui si fa davvero elevatissimo, perché i due non ne sbagliano una. Il tema del cibo nel nostro paese è collettivo e penso che ognuno di noi possa identificarsi, almeno in parte, con la situazione narrata. Genitori o parenti prossimi legati in maniera asfissiante a una tradizione culinaria che sembra scritta col sangue; e che, invece, per chi è dotato di un minimo di elasticità mentale in più, non è un problema variare e modificare, anche in base ad esigenze di forma e salute. Senza dire di più, aggiungo solo che con il balletto sulla pasta fatta a mano i due giovani coniugi conquistano definitivamente il pubblico, decretando il loro successo in sala. Da lì il climax comico prosegue con l’esilarante viaggio in macchina e relativa sosta all’autogrill e la cena fuori.
Lo spettacolo si conclude con quella che definirei una dolcissima dichiarazione d’amore. Anche in questo caso, l’escamotage è efficace, il tono calibrato e per nulla pesante.
Casa Abis dei grandi osservatori
A livello autoriale, Casa Abis presenta un repertorio comico al passo con i tempi che iconizza con semplicità topoi che tutti conosciamo, da cui si evince un attento studio delle dinamiche di coppia e una grande capacità di renderle non sono divertenti ma anche universali.
Insomma, uno spettacolo consigliatissimo, mai scontato o volgare ma ficcante e incisivo.
Bello per passare una serata diversa e leggera; per evadere non al di fuori ma al di sopra della quotidianità; per cambiare il punto di vista e lasciarsi andare a sane risate. Loro sono davvero talentuosissimi e dimostrano come il successo sui social – che sono solo una vetrina, dopo anni di studio e preparazione – sia non solo meritatissimo ma anche per nulla casuale.
Bravo Paolo Ruffini per averli selezionati e accolti in questa manifestazione.
L.P.