Raccontare senza rivelare
A mio parere, quando si scrive di teatro, la bravura sta nel “raccontare” senza rivelare. Non tanto per i classici, di cui tutti conosciamo le trame, quanto per le opere contemporanee. Parlare di tutto, senza svelare nulla, per non togliere ai futuri spettatori il piacere di andare a vedere lo spettacolo.
Candy, memorie di una lavatrice
Devo ammettere che questo compito è stato piuttosto arduo a proposito di Candy, Memorie di una lavatrice, di e con Iris Basilicata, vincitore di “Concorso Idee nello Spazio 2021”, in scena dal 3 al 7 maggio 2022 al Teatro Lo Spazio di Roma; perché lo spettacolo si caratterizza per un cambio di passo dirompente che, di colpo, stravolge tutte le carte in tavola.
Candy: uno spettacolo del tutto inaspettato
In altre parole, Candy, Memorie di una lavatrice mi ha spiazzato. Insomma, io davvero non me lo aspettavo. Se lo scopo di questa giovane autrice, attrice, regista, nonché costumista, scenografa – perché si è occupata davvero di tutto – era quello di sorprendere il pubblico, bè, devo dire che c’è riuscita perfettamente.
Lo spettacolo si divide in due parti che, seppur diverse tra loro, si contengono e si compenetrano. La prima è estremamente leggera; mentre la seconda è tutt’altro, seppur sempre con una vena ironica sullo sfondo. Non voglio aggiungere nulla di più, posso solo dire che, paradossalmente, nello spettacolo si fa un processo inverso a quello del lavaggio in lavatrice. Ovvero si passa da un humor leggero, direi candido – per rimanere in tema – ad uno decisamente dark, black, schifosamente sporco, perché tratto da storie vere, per usare delle parole utilizzate anche nella locandina.
L’emotività come punto di forza
Devo dire che Iris Basilicata si rivela sin da subito, e lo conferma lungo tutto il corso della piece, un’attrice molto capace e convincente. Sostenere uno spettacolo interamente soli, non è facile, soprattutto quando si è alle prime esperienze. E lei ha gestito al meglio il carico emotivo. Una delle cose che mi è piaciuta di più è proprio il modo in cui è riuscita a trasformare la forte emotività, che per molti sarebbe stata ragione di debolezza ed insicurezza, in un punto di forza, che le ha permesso, fin dall’inizio, di coinvolgere attivamente il pubblico e di portarlo dalla sua parte.
Candy parla anche di sfruttamento della manodopera e delle persone.
In conclusione, perché non voglio rischiare di dire troppo, aggiungo solo che Candy, Memorie di una lavatrice è molto più di quello che sembra.
I rapporti
Candy, al di là di quello che la locandina coquette e la bella presenza di Iris Basilicata possono lasciar intendere, è uno spettacolo che affronta tematiche complesse. Dal rapporto con la madre, che viene toccato in maniera ironica e fugace ma comunque pungente; a quello di coppia che, invece, l’attrice-autrice approfondisce.
Il rapporto uomo-donna analizzato da Iris Basilicata è un rapporto malato, tragico, basato sul reciproco sfruttamento. Il punto è che l’autrice non mette tanto in evidenza i sentimenti che, di fatto, sono assenti, ma la necessità di fare una denuncia sociale su delle dinamiche che, purtroppo, sono estremamente diffuse nel nostro Paese.
In particolare, tutto questo si lega ad un’altra piaga che infesta l’Italia: il capolarato; diffuso equamente tra nord e sud. Infatti, a dispetto delle numerose disparità che spaccano l’Italia, questa, nella discriminazione e nello sfruttamento degli immigrati, la unisce vergognosamente.
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L.P.