L’universo femminile è estremamente complesso, variegato, ricco di sfumature, accenti.
Allo stesso modo i rapporti uomo-donna sono sfaccettati, mutevoli, sani e tossici.
Civico 33
Al Civico 33, in scena al Cometa Off di Roma, una moltitudine di figure femminili sembra darsi appuntamento, per offrire al pubblico un affresco tragicomico del femminile, attraverso il focus sulle situazioni più diverse, anche agli antipodi tra loro.
Le due attrici: autrici e protagoniste
Sul palco, Alessandra Fallucchi e Emanuela Panatta, protagoniste e coautrici dello spettacolo, tratto dall’omonimo libro della Panatta e riadattato per l’occasione, conducono gli spettatori in un viaggio metaforico sulle montagne russe dell’emotività che tocca in breve tempo stati d’animo agli antipodi, dal dramma alla comicità.
Procedere per sketch
In uno snello procedere per sketch, che si susseguono con ritmo incalzante e ben calibrato, a proposito di precariato, stabilità di coppia, ricerca di risposte e/o soluzioni facili, rapporto con il corpo. Le attrici rappresentano diversi profili di donne, come: la fidanzata tradita; l’astrologa; la madre di famiglia; in sketch brillanti che, da sole o in coppia, le vedono emozionare il pubblico, dando prova di grandissime capacità attoriali. Emblematico l’inizio in cui Alessandra Fallucchi interpreta, praticamente a freddo, una scena ad altissima intensità. Lavorando magistralmente su postura, voce e mimica facciale. Oppure ancora, efficacissima l’interpretazione di Emanuela Panatta nei panni della sostenuta cartomante pseudo-straniera.
La valenza sociale e politica di Civico 33
Oltre ad essere ficcante e divertente, dolce e amaro, Civico 33 si caratterizza per una profonda valenza sociale e politica che si manifesta nel mettere in risalto, sempre in chiave ironica e sarcastica, i paradossi e i disagi a cui sono ancora soggette le donne. Super preparate, pluri-laureate ma sotto pagate; subordinate, spesso, in casa; costrette a ricoprire ruoli umilianti o degradanti, per assicurare, a sé e ai propri figli, un tenore di vita sostenibile e un futuro dignitoso.
Ritratti a a tutto tondo
Altro aspetto interessante e sicuramente singolare di Civico 33 è la capacità di effettuare un notevole approfondimento psicologico delle figure trattate, nonostante la leggerezza e la velocità dei movimenti scenici che lo contraddistinguono. Analisi dei personaggi che riesce felicemente possibile grazie al geniale escamotage drammaturgico, per cui le due protagoniste offrono diverse interpretazioni delle stesse figure o di un medesimo ruolo. Mi spiego, Alessandra Fallucchi, ad esempio, recita prima la parte della fidanzata tradita e tremendamente offesa e, subito dopo, quella che tradisce; la figura della madre, invece, viene rappresentata sia come donna soccombente al maschile che subisce e incassa – Fallucchi; sia come femme fatale che, per aumentare le entrate, non esita a mettere a reddito il proprio corpo – Panatta.
Personaggi in divenire
Tale lavoro di osservazione si arricchisce ulteriormente del fatto che nessun personaggio è mai statico. Tutte le figure interpretate sono personaggi in divenire e nel tempo, anche estremamente fugace dello sketch, si presentano in evoluzione. Nessuna donna in Civico 33 rimane uguale a se stessa; in tutte le scene c’è un movimento interno, di crescita personale che si traduce nella ricerca di un’emancipazione e di un rapporto con il maschile sempre più sano e funzionale.
I costumi: elementi del racconto
I messaggi veicolati dallo spettacolo, di libertà e rivendicazione, delle identità sono amplificati dall’attenzione ai dettagli e ai costumi di Carlo De Marino. Sullo sfondo di una scenografia essenziale, per ogni capitolo, le attrici giocano con un dettaglio, che lo definisce, diventando parte del racconto stesso.
Le donne di Civico 33
Le donne di Civico 33 sono donne che rifiutano i cliché, che vogliono voltare le spalle alle convenzioni, che si ribellano, soprattutto in materia di rapporto uomo – donna. Perché, come specificato anche nella nota di regia: le protagoniste di questo racconto non cercano un uomo come “salvatore” ma un rapporto paritario nelle diversità, fondato sulla complicità, non sull’assistenzialismo.
L.P.