La rivoluzione culturale: Donatello. Il Rinascimento, in collaborazione con Mentinfuga
La rivoluzione culturale di Massimo Fagioli
Massimo Fagioli, psichiatra, medico, professore, ha sempre detto: “Le rivoluzioni si fanno con i guanti, non con le armi.” E in questi tempi “brutti”, in cui l’umanità è stata messa a tacere dalla tremenda violenza che annulla ogni realtà, ho ritrovato questo messaggio nella rivoluzione culturale operata, nel primo Quattrocento, da Donatello in primis, poi Brunelleschi, Ghiberti, Masaccio e da tutti gli artisti che, con il loro fare silenzioso, hanno scosso dalle fondamenta il modo di creare arte.
La rivoluzione degli artisti
Senza il bisogno di ricorrere alle armi, questo manipolo di uomini geniali ha rifiutato la concezione del mondo come mero riflesso del divino; ha smesso di concepire l’uomo come un essere subordinato, sbiadito, privo di una volontà propria, perché diretta emanazione di quella divina. E ha compiuto spontaneamente, attraverso l’arte, un’enorme rivoluzione culturale, ponendo l’essere umano al centro dell’universo.
Donatello in mostra a Firenze
In particolare, Donatello, protagonista della bellissima mostra, Donatello. Il Rinascimento, in corso a Palazzo Strozzi e al Museo Nazionale del Bargello, fino al 31 luglio 2022, curata da Francesco Caglioti, professore ordinario di Storia dell’Arte medievale presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, è stato capace di cambiare letteralmente prospettiva. E non solo perché è stato tra i primi a studiare e, dunque, a padroneggiare al meglio i segreti della prospettiva aurea; ma perché, nel farlo, non ha proposto solo un nuovo modo di fare arte e scultura, ma una nuova visione del mondo, una nuova weltanschauung. In primo luogo perché, rispetto ai suoi compagni di strada, con cui condivise grandi scoperte e innovazioni tecniche, come sottolinea il curatore della mostra, Donatello fu il “Responsabile, del salto culturale verso la prassi – prim’ancora che il concetto – dell’estrema originalità individuale dell’autore, alla ricerca instancabile e pervasiva di tutto ciò che potesse sovvertire le consuetudini istituzionali dell’arte.”
L’indipendenza del genio
La ricerca artistica di Donatello ha aperto la strada al Rinascimento e, quindi, all’età moderna. Senza temere il giudizio dei contemporanei, Donatello ha stravolto lo statu quo dell’arte, sfidando le mode e il gusto dell’epoca, immettendo un soffio vitale, umano, nelle opere. Attraverso la sperimentazione continua di tecniche e materiali, l’artista non è rimasto mai uguale a se stesso e si è andato sempre superando.
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