A Roma apre Forof un progetto del tutto innovativo e sperimentale che contribuisce a portare la nostra città nel “futuro” senza lasciare indietro la grandezza del passato.
Oltre una visita guidata.
Diverso da un Museo.
Lontano da un concerto.
Forof è un’esperienza sensoriale che unisce la bellezza della scoperta archeologica alla sperimentazione contemporanea.
Arte, luci e suoni trovano spazio in uno dei luoghi più segreti ed intimi dell’antica Roma.
Il nome stesso Forof è un omaggio alla posizione privilegiata che occupa, con un esplicito riferimento, nel gioco palindromo che lo compone, a Roma e al Foro stesso.
L’innovazione di Forof
Forof è uno spazio espositivo del tutto innovativo, promosso da Giovanna Caruso Fendi e nato, quasi per caso, negli spazi che erano occupati dalla prima sede della Fondazione Alda Fendi – Esperimenti, nello storico Palazzo Roccagiovine, di fronte al Foro Romano e alla Colonna Traiana. La scoperta, negli ambienti ipogei, dei resti della Basilica Ulpia ha dato il là al progetto. Si tratta di uno dei ritrovamenti più importanti degli ultimi diciotto anni a Roma; gli sgargianti marmi colorati appaiono conservati in ottimo stato, grazie alla presenza dell’acqua, così come l’abside orientale della Basilica che ben ne riporta alla mente l’originaria maestosità.
Forof, non solo luogo espositivo ma anche di incontro
Forof, nasce non solo come luogo espositivo, ma anche come punto di incontro, di dialogo, di scambio. Il modello che ha ispirato Giovanna Caruso Fendi è stato quello dei caffè culturali delle Avanguardie, in cui artisti italiani e internazionali, presentavano installazioni e performance. Per questo, la programmazione artistica delle mostre – che hanno durata semestrale – procede di pari passi con quella di una serie di eventi. Gli artisti, diventano anche curatori ed invitano mensilmente altri artisti a movimentare lo spazio con una serie di esperienze, performative, musicali, sonore, dialogiche…
L’arte contemporanea come attivatore dell’archeologia
Il fil rouge che lega tutti gli avvenimenti artistici è proprio l’archeologia che non viene mai calpestata o sovrastata dall’arte contemporanea
ma, al contrario, amplificata ed esaltata dalla stessa. Le esperienze, infatti, che rientrano nell’ambito della mostra, hanno tutte come incipit un elemento caratteristico del luogo, come l’acqua o i funghi.
In altre parole Forof è un magistrale esempio di come si possa creare un magico e virtuoso equilibrio anche tra due forze apparentemente opposte e che la diversità è sempre fonte di ricchezza e motore del pensiero.
L’arte contemporanea entra nello spazio archeologico in punta di piedi, con leggerezza, per poi integrarsi perfettamente con l’antico e diventare l’attivatore stesso delle rovine.
Soundwalk Collective: Lovotic
Il primo ospite di Forof è il Soundwalk Collective che presenta il progetto site-specific Lovotic, installazione immersiva realizzata con Charlotte Gainsbourg, Lyra, Pramuk, Atom™, Paul B. Preciado e Willem Dafoe, a cura di Threes Productions.
Lovotic, con i suoi frammenti sonori, accompagna il visitatore lungo tutto il percorso espositivo, portandolo ad immergersi ancora di più, riflettendo sulle tematiche proposte.
Il progetto, in linea con la location, crea una costante tensione tra mythos e logos, ovvero tra l’idea di amore e le sue possibili declinazioni logiche, nonché delle sue possibili derive future. Lo stesso termine, Lovotic, è un neologismo, ottenuto dalla crasi tra love e robotic, quasi a voler preconizzare una possibilità futura di rapporti emotivi, amorosi o sessuali, tra esseri umani e intelligenza artificiale; secondo un’idea di relazione sempre più fluida e ibrida.
Tutto questo viene estremizzato nel testo di Paul B. Preciado; in cui lo scrittore, filosofo, e curatore, una delle voci principali nello studio delle politiche di genere e sessuali, immagina come potrebbero venire analizzate le attuali pratiche amorose dalle civiltà future. In altre parole, il testo di Preciado prende il via da una domanda: “Come verranno viste e interpretate le pratiche sessuali contemporanee in un lontano futuro? Ad esempio nel 2.300?”
L’artista come curatore
Lovotic è un progetto focalizzato sulle relazioni, realizzato grazie a numerose collaborazioni, che vive e si rigenera nel rapporto con gli altri, Per questo, a Forof, i Soundwalk Collective non sono solo artisti, ma anche curatori, invitando gli altri artisti, che hanno preso parte alla realizzazione di Lovotic, a diventarne protagonisti per una sera, in occasione degli “Episodi”. Happening culturali, a cadenza mensile, in cui gli artisti invitati riflettono su tematiche inerenti lo spazio e il progetto.
Gli Episodi
Fin’ora: due gli Episodi realizzati.
#1
Il primo: Fungality, una lecture tenuta dall’architetto ThomasDoxiadis – doxiadis + che parte dallo studio sui funghi, realizzato per il progetto Entangled Kingdoms ed esposto alla Biennale Architettura di Venezia 2021, per approfondire la ricerca sull’evoluzione della vita e della sessualità in questi organismi.
In una sorta di retrospettiva sulla sessualità dai funghi ai robot.
#2
Dopo di lui, Agnes Questionmark (Agnes?) si è dedicata al tema dell’acqua, elemento fondamentale per la buona conservazione dei marmi della basilica. L’artista si è cimentata in un’impegnativa performance in cui è stata immersa, in un angusto tubo di plexiglass, tra le rovine della basilica, per due tranche di 45 minuti, in cui si è cimentata in diversi giochi di luce volti a mettere in risalto gli spazi dell’archeologia.
Forof: la cultura diventa convivialità
Forof è uno spazio o, per meglio dire, una realtà davvero entusiasmante che proietta Roma in un futuro in cui la cultura viene percepita come un qualcosa di molto più trasversale, smettendo di essere relegata ai margini, come se fosse un gioco intellettuale appannaggio di pochi. Con Forof la cultura scende dal piedistallo per diventare convivialità, cibo, musica, discussione.
Voglio concludere augurandomi che la cultura possa essere sempre un mezzo per ampliare e approfondire le relazioni umane; perché se così non fosse e le previsioni di Paul B. Preciado si rivelassero corrette, direi che non sarebbe del tutto scontato per gli esseri umani sopravvivere alle aspettative da lui stesso profilate.