Fontana alla Galleria Borghese in collaborazione con Mentinfuga
Il Seicento una passione irresistibile
Premesso che ho un debole per il Seicento, ricco di eccessi e contraddizioni. E che, in particolare, non resisto di fronte al Barocco romano, opulento, d’orato. Devo ammettere che la mostra di Lucio Fontana a Villa Borghese, mi ha emozionato enormemente.
Del resto, come sarebbe possibile non amare un luogo concepito per essere un “villa di delizie“? Scipione Caffarelli-Borghese, il suo ideatore, ai miei occhi, è il padrone di casa perfetto per accogliere con tutti i crismi una mostra che si snoda agilmente tra passato e presente, con raffinatezza, armonia ed eleganza.
Fontana alla Galleria Borghese
La mostra, Lucio Fontana. Terra e oro, a cura di Anna Coliva, si inserisce perfettamente nel contesto della Galleria Borghese, che per la prima volta apre le porte all’Italia del Novecento. Del resto, Fontana (1899 – 1968) è un genio indiscusso del secolo scorso che dialoga con disinvoltura con tutti i maestri del passato. E l’intreccio è sempre fluido, armonioso tanto da risultare naturale. Il percorso espositivo, composto da un corpus di circa cinquanta opere, realizzate per la maggior parte tra il tra il 1958 e il 1968, si snoda senza forzature tra il primo e il secondo piano della Galleria.
Per leggere di più sulla Galleria Borghese clicca QUI
La spontaneità dell’incontro tra antico e moderno
Ciò che caratterizza questa mostra è proprio la “spontaneità” con cui Fontana si muove nel Museo. Quello che viene a crearsi è un vero e proprio rapporto tra due entità: l’artista e la Villa, nella sua interezza. Lucio Fontana rivive attraverso le sue opere che, nello spazio complesso e articolato della Galleria, entrano magistralmente in contatto con i capolavori che ne costituiscono la mostra permanente.
Leggi l’intero articolo QUI