Comuna 13, una passeggiata per riscoprire la street art, in collaborazione con Mentinfuga
Passeggiando per le strade di Comuna 13, fino a poco tempo fa una delle favelas più pericolose di Medellin e forse dell’intera America Latina, ho ritrovato il vero significato della “street art”.
Comuna 13 è uno di quei luoghi, come alcune zone di Berlino o New York, in cui si può percepire tutta la forza e l’urgenza di questa forma espressiva, che supera l’estetica per espletare una funzione di ordine superiore: quella di lanciare un messaggio, rivendicare un’identità.
A Comuna 13, la street art celebra la pace, ritrovata solo recentemente e simbolicamente rappresentata dalla costruzione della funivia. Dopo la morte di Pablo Escobar, nel 1993, Comuna 13, per la sua posizione strategica, arrampicata sulla collina – che consentiva di spostare indisturbati massicce partite di droga (e non solo) dalle montagne alla città – è diventata terra di nessuno; oggetto di una contesa tra bande di narcos, in una guerra senza prigionieri, terminata solo dopo i violenti interventi di militari e paramilitari.
La street art strumento di rscatto sociale
Comuna 13 sta vivendo un momento di riqualificazione e rinascita, caratterizzato da innovazioni infrastrutturali, come la scala mobile che attraversa a mo’ di spina dorsale l’ex favela, dalle magnifiche opere di street art che ne colorano quasi tutte le strade e dalla presenza di giovani turisti che hanno deciso di sfidare o ignorare gli sterili luoghi comuni che ancora gravano sulla Colombia.
Comuna 13: un museo a cielo aperto
A proposito di street art, bisogna dire che negli ultimi anni Comuna 13 è diventata una sorta di immensa tela. Praticamente, un museo a cielo aperto, in cui gli artisti hanno raccontato il drammatico passato e le speranze e i sogni per un futuro che sarà necessariamente diverso e migliore. Questa esplosione di graffiti variopinti è stata fondamentale per innescare un cambiamento nel modo in cui viene percepito all’estero l’intero Paese. L’idea è quella di sradicare definitivamente gli sterili pregiudizi che rappresentano ancora un deterrente allo sviluppo del turismo. L’arte, dunque, a Comuna 13 non è stata solo un’arma bianca nella conquista della pace, ma anche un mezzo per “urlare” la propria verità, al di là degli stereotipi.
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